SINDACATO NAZIONALE MARINA

Legge Bilancio 2023 – Aumenti busta paga Forze Armate e di Polizia, una tantum 1,5% – Contratto 2022-2024: fondi non stanziati.

Legge di Bilancio 2023 in vigore dal 1° gennaio a stanziare 1 miliardo di euro per garantire questo emolumento una tantum per i dipendenti delle P.A. da corrispondere per 13 mensilità.

Un intervento che riguarda circa 3,2 milioni di persone, dipendenti dello Stato e degli Enti territoriali, per contrastare gli effetti dell’inflazione, in attesa del rinnovo dei CCNL scaduti riferiti al triennio 2022-2024.

COS’È IL BONUS DIPENDENTI PUBBLICI 2023

Il bonus dipendenti pubblici 2023 è un emolumento accessorio una tantum, cioè un compenso extra rispetto allo stipendio di statali e lavoratori degli enti pubblici, riconosciuto dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 e da applicare a 13 mensilità.

Nella Legge di Bilancio 2023 (articolo 1, commi 330 – 333) l’importo spettante è pari all’1,5% dello stipendio. Ovvero, l’aumento sarà proporzionale alla retribuzione e, quindi, sarà tanto maggiore quanto è più alta la retribuzione. Per garantire l’omogenea dell’applicazione, il MEF ha anche pubblicato in questa pagina, le tabelle – categoria per categoria – sul valore del bonus.

Nasce come “bonus anti inflazione”, ossia come anticipo di quanto spetterebbe ai lavoratori delle P.A. per il rinnovo dei contratti collettivi relativi al triennio 2022-2024. Una soluzione “cuscinetto” operata dal Governo per evitare di stanziare nell’immediato somme ben più ingenti visto che molti CCNL relativi alla Pubblica Amministrazione devono ancora essere rinnovati, tra questi compreso il PROVVEDIMENTO DI CONCERTAZIONE RIGUARDANTE IL PERSONALE NON DIRIGENTE DELLE FORZE ARMATE (ESERCITO, MARINA COMPRESO IL CORPO DELLE CAPITANERIE DI PORTO, AERONAUTICA), TRIENNIO 2022-2024. Nella Legge di Bilancio 2023, quindi, è stato stanziato in tutto 1 miliardo di euro per finanziare questo extra in busta paga.

Tra i destinatari del cd. Bonus dipendenti Pubblici sono annoverati il personale in regime di diritto pubblico destinatari di specifici provvedimenti negoziali, ovvero i comparti difesa, sicurezza e soccorso pubblico.

COME FUNZIONA IL BONUS DIPENDENTI PUBBLICI 2023

Il bonus dipendenti pubblici prevede l’erogazione, esclusivamente per l’anno 2023, di un emolumento accessorio una tantum da calcolare in percentuale sul valore dello stipendio. La somma extra include solo i contributi ai fini del trattamento di quiescenza (pensione) e dell’Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).

Viceversa, non rileva agli effetti dell’indennità premio di fine servizio, dell’indennità sostitutiva di preavviso, del TFR, nonché delle indennità per cessazione del rapporto di lavoro da corrispondersi agli eredi che vivevano a carico del prestatore di lavoro in caso di morte di quest’ultimo. Ciò significa, in buona sostanza, che con questo extra si pagheranno solo i contributi per la pensione e l’IRAP.

La Ragioneria generale dello Stato ha reso note le cifre dell’aumento di stipendio dei dipendenti pubblici, comprese le Forze armate e di Polizia, a seconda del grado e della qualifica ricoperta.

Come ben sappiamo, maggiore è il grado e il ruolo, maggiore sarà l’incremento in busta paga. In generale, l’una tantum 2023 è costata allo stato 1 miliardo di euro, garantendo incrementi lordi che variano al variare dell’importo percepito.

All’una tantum 1,5%, si aggiunge, qualora la busta paga non superi i 2.692 euro lordi, anche il bonus contributi del 2%; mentre se lo stipendio mensile non supera i 1.923 euro si potrà beneficiare dello sgravio contributivo del 3%, come disposto in manovra e confermato dalla circolare Inps, che ha dato a NoiPa la possibilità di ricalcolare le buste paga, aggiornandole con gli incrementi.

Per quanto riguarda il personale della Marina Militare. Il Tenente di Vascello andrà a guadagnare 34,46 euro in più; mentre un aspirante 31,31 euro, come è possibile constatare nella tabella sotto riportata.

Insomma, quella che doveva essere una misura per proteggere il potere di acquisto degli statali, eroso dall’inflazione, alla fine favorirà paradossalmente chi ha risentito meno della crisi, ovvero chi guadagna di più.

Poco più di una mancia. Dal momento che le risorse per i rinnovi dei contratti 2022-2024 non ci sono, il governo ha deciso di erogare l’emolumento una tantum per non andare allo scontro diretto con gli statali.

L’inflazione morde e senza gli aumenti dei rinnovi sono in molti in questa fase a dover attingere ai loro risparmi per mantenere inalterato il proprio tenore di vita. I dipendenti pubblici, al pari di quelli privati, quest’anno beneficeranno anche del taglio del cuneo del 3% (per chi guadagna fino a 1.923 euro) e del 2% (riconosciuto sugli stipendi d’importo inferiore a 2.692 euro).

Lo sgravio trova applicazione, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, per tutti i rapporti di lavoro dipendente, con esclusione dei rapporti di lavoro domestico.

Tra il 2013 e il 2022 le retribuzioni nella P.A. sono cresciute del 6,1%, contro un’inflazione nel periodo decisamente superiore al 13%. Il rincaro dei prezzi ha quindi più che doppiato gli aumenti.

Nel privato è andata molto meglio: per esempio nell’industria gli aumenti nel periodo preso in esame sono stati superiori al 13%, mentre nei servizi hanno rasentato il 10%.

L’ultimo rapporto Aran sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti analizza i contenuti economici dei nuovi contratti e registra incrementi superiori al 4% per tutti i comparti (con minime variazioni tra di essi), a fronte di una crescita dei prezzi dell’Ipca al netto dei beni energetici importati, nel triennio 2019-2021, del 2%, e di un Ipca complessivo del 2,4%.

Quindi se da un lato tra i vari provvedimenti adottati nella legge di Bilancio 2023 è stato approvato questo emolumento una tantum dall’altro lato non vi è traccia di Fondi per la negoziazione del nuovo contratto per il personale non dirigente delle Forze Armate e delle Forze di Polizia.

Quindi non è comprensibile come si potrà aprire, per l’anno 2023, un tavolo negoziale per il rinnovo del contratto per il Personale non Dirigente dei Comparti Difesa e Sicurezza. Diversamente è certo che è stata adottata una misura per proteggere il potere di acquisto, che contro ogni logica protegge maggiormente i percettori dei redditi più alti (Ufficiali) a scapito dei percettori dei redditi più bassi (Graduati di Truppa e Sottufficiali).

Appare evidente che la concertazione per il rinnovo contrattuale relativa al triennio 2022 – 2024 del Comparto Difesa, in assenza di un quadro risorse economiche previste per il Personale non dirigente dei Comparti Sicurezza e Difesa, non vedrà la luce prima dell’anno 2024.

L’emolumento Una Tantum e la corresponsione della quota mensile di Vacanza Contrattuale nel loro insieme sono inadeguati a compensare la consistente perdita del potere d’acquisto degli stipendi dei militari, a causa dell’incremento dell’inflazione e gli aumenti dei prezzi del settore energetico oltre che dei beni di prima necessità.

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